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Intervista a Luca Buosi: la musica per il cinema

Fare musica per il cinema è l’oggetto della chiacchierata che abbiamo avuto con il giovane compositore friulano Luca Buosi, ecco cosa ne è uscito. Nel mondo del cinema indipendente la musica è la prima a essere sacrificata sull’altare del risicato budget. Così non accade nelle produzioni della etichetta-sodalizio “Deep Mind Film Factory” che si avvale invece dell’opera di un quotato pianista e tastierista, Luca Buosi e di musiche originali. Incuriositi dall’anomalia, abbiamo contattato il noto compositore e arrangiatore maniaghese, dal conseguente incontro in enoteca in quel di Sequals è uscita l’intervista che vi proponiamo. Davanti a un buon calice di ribolla gialla.

Luca, ero recentemente a Livorno all’importante festival horror FIPILI: mi sono accorto che diversi cortometraggi in concorso, di registi diversi, presentavano le stesse identiche musiche e effetti. È allucinante…

Sì, avviene perché vengono utilizzate musiche da librerie free, per ragioni di budget o comunque per scarsa consapevolezza e cura rispetto al comparto sonoro. La cosa peggiore è quando nello stesso prodotto audiovisivo compaiono musiche con ritmi discordanti, senza alcun filo conduttore.

Vuoi dire che in modo infelice vengono scelte e accostate musiche di compositori diversi all’interno dello stesso prodotto… 

Non solo questo purtroppo: si tratta di musiche spesso di scarsa qualità intrinseca, non esclusivamente disomogenee tra loro. Vedi, un professionista lavora in una situazione idonea a livello di materiale tecnico a disposizione. Avessero anche una qualità alta o accettabile, il fatto di provenire da musicisti diversi sarebbe da solo un fattore di disomogeneità quasi irrisolvibile. Ti spiego… non solo ogni compositore ha il suo stile musicale, che lo contraddistingue, ma le musiche che fornisce sono già mixate e equalizzate con i volumi idonei: hanno in comune la qualità, la frequenza, i volumi relativi.

Quindi l’ideale sarebbe far realizzare il complesso delle musiche utilizzate alla stessa mano…

Esattamente. Non solo, l’ideale è avere musiche cucite su misura sul video. La differenza rispetto all’utilizzo di musiche preconfezionate è abissale.

E questo, mi pare di capire, accade virtuosamente nelle produzioni cinematografiche della Deep Mind Film Factory, per la regia di Luca Bertossi? Che si avvalgono di musiche originale, scritte e composte da te. Ho capito bene?

Sì… e si tratta di una rarità nel mondo del cinema indipendente a basso budget, per quanto ho potuto riscontrare.

Come ti muovi nella produzione di musiche originali per un cortometraggio o film? so che ne hai già musicati molti e che alcuni hanno ottenuto importanti riconoscimenti a vari festival…

Per prima cosa bisogna capire se una scena è movimentata o no, analizzare i tempi della scena fino alla successiva. Ad esempio, visto che con Bertossi si tratta di horror o thriller, decidere se dare suspense sostenendo la lunghezza dei suoni… scegliere i suoni più giusti, che si aprono ad esempio. Utilizzare altrimenti diverse sonorità. Come compositore so come calibrare la progressione, poi l’exploit, infine scendi andando a togliere man mano l’arricchimento che hai sviluppato per poi far cadere tutto sul cambio di scena. Che ci sia un filo conduttore insomma…

Ehm, ammetto di non essere riuscito a seguirti fino in fondo, sei andato un po’sul tecnico…

Ahahah a ognuno il suo mestiere, come si suol dire. Ecco, ai musicisti andrebbe permesso di fare il loro mestiere. Sintetizzando il succo del discorso è proprio questo. Ad esempio nel comporre per il cinema vanno considerati e analizzati anche i rumori ambientali, perché musica e ambientali devono comunque convivere. Questo una musica preconfezionata non potrà mai garantirlo!

Cosa significa fare musica per l’horror, c’è qualche differenza o qualche annotazione che ti senti di girare ai nostri lettori?

Fare musiche per l’horror è stata un’esperienza nuova, è comunque una sfida non essendo appassionato di horror, te lo dico sinceramente. Ho anche interagito con alcuni miei amici patiti di horror, facendo loro ascoltare le musiche che componevo prima di proporle al regista. D’altronde il confronto è occasione di crescita.

Quanto è vera questa tua considerazione. Il tempo nostra disposizione sta per scadere, la ribolla gialla orgoglio del nostro Friuli era ottima qui in enoteca con te… hai qualche aneddoto specifico sul lavoro per Quelle Ragazze?

Una curiosità del corto Quelle Ragazze è stata la richiesta da parte del regista di comporre un walzer per una scena specifica, quella in cui il protagonista sale le scale immerso nei suoi pensieri. Non me lo sarei mai aspettato. Nell’horror in generale c’è tanta musica da riempimento: la senti sotto, non la percepisci che c’è, ma ti riempie. Cupa, pronta a adattarsi a seconda di quello che viene dopo a livello di immagini. Ma il walzer è inedita come soluzione, quasi geniale.

Posso chiudere con un’ultima domanda, indiscreta? sono tutte rose e fiori con Bertossi o c’è qualcosa da affinare?

Se devo proprio trovare un difetto, ma è un difetto comune a molti, è quello di richiedere al musicista di lavorare sull’immagine in tempi relativamente brevi, spesso a ridosso della scadenza, magari facendo riferimento a musiche preesistenti, di scopiazzare il lavoro di altri insomma… L’interazione col regista strada facendo, mentre il corto è in lavorazione, porterebbe indubbiamente a dei lavori artisticamente migliori.

Ti ringrazio per il tuo tempo e in bocca al lupo per tutti i progetti futuri

Grazie e crepi il lupo. Un abbraccio a tutti gli amanti del cinema e della buona musica, abbasso le librerie free!

Per chi volesse approfondire alcune delle tematiche trattate, ecco il link a una recente video intervista:

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